NUOVO TREND, SOLLETICO ALLE VIBRISSE DEI GATTI: ECCO PERCHE’ E’ SBAGLIATO

Photo by Annette Meyer

Sta spopolando fra i trend dei social un nuovo metodo per incrementare i like alle proprie pagine e post: solleticare le vibrisse (i “baffi”) dei gatti e mostrare in un video la reazione del piccolo animale da compagnia. Capita di vedere questi peli strisciati con un bastoncino come fossero corde di un violino, oppure direttamente punzecchiati su e giù, il tutto sempre mentre il gatto sta riposando. Generalmente le reazioni dei gatti non sono esagerate, sono però ben palesi le intenzioni del micio in quanto si vede chiaramente che cerca di allontanarsi dal quel contatto e che muove la pelle intorno alle vibrisse facendola scattare nervosamente. Il fatto che non ci sia una reazione immediata o esagerata non significa che per loro non sia un grosso fastidio.

Quelli che vengono solleticati non sono dei baffi, ma dei peli sensibilissimi che fungono da ricettori tattili. Dalla loro base partono numerose terminazioni nervose che trasmettono le informazioni al cervello. Queste vibrisse sono sensibili ad una forza equivalente al peso di 2 mg, di conseguenza anche un piccolo soffio nella loro direzione viene percepito e intercettato distintamente. I gatti usano le vibrisse per percepire quello che si trova intorno a loro a livello spaziale e potersi così orientare anche in condizioni di buio estremo: grazie a questi peli, percepiscono gli ostacoli davanti a loro e li evitano. Per fare un esempio pratico sulla sensibilità delle vibrisse, se vengono tagliate (non va mai fatto!) il gatto può provare talmente tanto dolore da incorrere in uno svenimento. Fatta questa premessa è chiaro come le vibrisse siano estremamente sensibili a qualsiasi tipo di contatto.
Sarà capitato anche a voi di toccare, magari per curiosità, i “baffi” dei gatti e vedere comparire una smorfia sulla bocca di quest’ultimo e/o l’ intento a volersi allontanare da quel contatto: se lo osserviamo bene, il gatto ci mostrerà sempre, nel suo linguaggio, cosa gli è gradito e cosa no. La percezione che abbiamo noi di fare una semplice carezza o un piccolo solletico, per loro è amplificata e può portare rapidamente ad un fastidio e ad una reazione aggressiva.

Va aggiunto inoltre che un gatto che riposa non deve mai essere disturbato. Il sonno è fondamentale non solo per recuperare le energie, ma anche per imprimere nel cervello le esperienze effettuate nel corso della giornata (è appurato ormai che anche i gatti attraversano una fase di sonno REM).

Photo by Ludemeula Fernandes

In conclusione disturbare il riposo di un gatto solleticandogli (o peggio) le vibrisse potrà portare qualche like ma porterà anche molto fastidio e stress per l’animale di cui diciamo volerci prendere cura e amare. Non condividiamo questi trend e cerchiamo di troncarli sul nascere ignorando questi utenti (che è la cosa che tutti temono di più nel mondo dei social) e quando necessario segnalandoli.

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Gatti neri e superstizioni radicate nei secoli

Sembra incredibile, ma ancora oggi esistono persone che ritengono i gatti neri portatori di sfortune e animali dai quali è bene tenersi alla larga. Non solo, secondo un’ispezione del 2018 della Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (ente benefico operante in Inghilterra), i gatti neri rimangono più tempo nei rifugi in attesa di un’adozione rispetto, ad esempio, ai più conosciuti gatti rossi. Ma perchè succede questo? Da dove derivano le “paure” verso questo felino?


Prima di tutto bisogna partire dal presupposto che il colore nero suscita nell’animo umano un senso di insicurezza: di fatto nel buio possono nascondersi molte delle nostre paure e niente spaventa di più di ciò che non si vede. Cercando di mettersi nei panni di popolazioni contadine di altri tempi, veder apparire di colpo, di notte, una figura sfuggente e silenziosa, con occhi gialli che brillano alla luce della luna, sicuramente poteva creare momenti di spavento. Ora sappiamo che è grazie al tapetum lucidum, una membrana cristallina situata dietro la retina che riflette la luce come uno specchio che il gatto riesce a vedere anche in situazioni di flebile luce ma agli occhi dei passanti ignari poteva sicuramente suscitare delle emozioni contrastanti. Questa caratteristica non è l’unica cosa che ha portato il gatto nero ad essere perseguitato nei secoli. E’ purtroppo parlando del Cristianesimo che troviamo i più crudeli atti commessi nei confronti dei gatti. Nel XII secolo iniziò un lento calvario per questo felino nero, quando le autorità ecclesiastiche diffusero l’identificazione del gatto nero con Satana: anche se in realtà tutti i gatti erano ritenuti servi di spiriti demoniaci, del gatto nero si pensava che prendesse dal diavolo il suo nero mantello. Inoltre, il nero, era il colore delle tenebre, delle forze infernali, dell’occulto e del lato oscuro. Nello stesso periodo ci fu l’associazione dei gatti con la figura della donna, probabilmente perchè erano coloro che si prendevano più cura di questi felini per una misteriosa affinità naturale che veniva però vista come un legame demoniaco, che rendeva le donne libere di ribellarsi e non più soggiogate dalla figura maschile. Per questo i gatti e le donne vennero perseguitati per secoli (dal 1000 al 1700) subendo torture e sevizie di ogni tipo. Milioni di gatti e centinaia di migliaia di donne vennero brutalmente uccisi in tutta l’Europa occidentale. Il legame strega-gatto nacque con la bolla papale “Summis Desiderantes”, emanata da Papa Innocenzo VIII, che servì da base per il “Malleus Maleficarum” (Martello delle streghe), una guida utilizzata dagli inquisitori per “riconoscere” i sintomi di stregoneria in una donna (fra questi prendersi cura di un gatto). E’ un miracolo che i gatti non siano andati incontro ad un’estinzione di massa nei paesi dove era presente il Cristianesimo e che qualche gatto nero sia sopravvissuto ai massacri. Di fatto, oggigiorno, In Europa occidentale, è difficile trovare un gatto che sia completamente nero.



Venendo a conoscenza di tutto ciò, sembra sempre più incredibile che di questi tempi ci siano superstizioni così radicate, eppure le associazioni mentali negative verso i gatti sono tuttora difficili da sradicare.
Ancora oggi nella notte di Halloween è pericoloso lasciare uscire i gatti, specie se neri o bianchi, perché possono andare incontro a culti pagani, in particolare quelli che prevedono riti satanici, che prevedono sacrifici animali. E’ auspicabile tenerli a casa per quella notte in particolare.
Cosa possiamo fare noi per sradicare certe usanze e convinzioni ormai obsolete e dannose per questi felini? Prima di tutto conoscere più cose possibili sui gatti, seguendo solo fonti autorevoli e certificato e diffondendo il sapere con chi è disposto ad ascoltarci. In secondo luogo, impariamo a non dare priorità al colore del manto di un gatto quando vogliamo procedere ad un’adozione, ogni gatto è un individuo unico, con un carattere e una storia personale unici ed è la loro personalità che dobbiamo ammirare, non il loro colore.
Nel corso dei secoli abbiamo imparato molte più cose sui nostri felini domestici ma è importante diffondere le giuste informazioni senza perdersi in ciò che il gatto simboleggia, soffermandoci piuttosto su ciò che realmente è: un animale forte e indipendente ma allo stesso tempo delicato che può, se rispettato, diventare un meraviglioso e unico compagno di vita.


Articolo scritto da Roberta Catani, Consulente in Cultura Felina®

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